appartamenti in vendita a Torino
Torino ha perso il caratteristico edificio di via Bardonecchia
Le ruspe più veloci del sindaco. Cade la villetta di Pozzo Strada
La decisione dell'acquisto presa troppo tardi - Al suo posto un anonimo palazzo di cinque piani
TORINO - Sono rimaste solo le fotografie e una citazione a pagina 493 del volume "Beni culturali ambientali nel comune di Torino", curato nell'84 dal Politecnico col contributo del Comune: la villetta di via Bardonecchia 73, simbolo gentile della vecchia Torino, annegato fra i palazzi del quartiere Pozzo Strada, e finita in un cumulo di macerie.
L'edificio "di valore documentario e ambientale, testimonianza del gusto tardo eclettico" è ormai sbriciolato in mattoni, tegole, infissi ammucchiati in poche ore dalla ruspa autorizzata. Finirà tutto in discarica. Cemento e prefabbricati più anonimi saliranno fino al quinto piano, a togliere ogni illusione ai borghigiani. Ieri è svanito anche il miraggio di tanti: abitare, un giorno, in una casa diversa dal condominio.
Non c'è stato niente da fare: il proprietario, la società Edilanna, aveva tutti i permessi in regola ed e arrivato sul "cantiere" a tempo di record. Pochi giorni fa, una lettera a "Specchio dei tempi" aveva sollevato il problema. Mercoledì sera la discussione è arrivata in Consiglio comunale, giusto il tempo per sentire la relazione dell'assessore Baldassarre Furnari: "La Soprintendenza ai beni artistici e ambientali non ha posto vincoli. Il Comune non può bloccare la licenza" e la replica dei comunisti: "È una testimonianza significativa, uno dei pochi esempi in città. Se il Comune non ha pensato per tempo a tutelarlo, pensi, almeno, a comprarlo".
Ieri mattina, di buon'ora, si muove il sindaco Maria Magnani Noya. Parla con l'assessore Zanetta: "Se non ci prendono per il collo possiamo anche acquistare". Troppo tardi: dal giardinetto di via Bardonecchia si alza già, la polvere dei calcinacci.
Qui finisce la cronaca di un salvataggio impossibile e cominciano le domande. Perché non è stata vincolata? "Non abbiamo riscontrato particolari pregi artistici: l'edificio non mancava di un certo decoro, ma questo non bastava a imporre un vincolo. Eventuali pregi urbanistici competono al Comune", risponde l'arch. Clara Palmas, Soprintendente per i beni ambientali e architettonici.
"Il Comune poteva revocare la licenza, ma con quali motivazioni? La Soprintendenza aveva già dato due pareri e ancora lunedì mi ha confermato, personalmente, che non esistevano i presupposti per un vincolo. Correvamo il rischio di imbarcarci in una causa persa: bloccata la licenza, l'impresa ci avrebbe chiesto i danni", spiega il sindaco.
I regolamenti comunali avrebbero potuto prevenire questo e altri casi simili? "Certo: bastava che si adottasse la variante per tutelare gli immobili citati nello studio del Politecnico", accusano i comunisti. Ma la variante non è mai arrivata e rimane senza risposta l'ultima domanda: quante piccole case di buon gusto finiranno in discarica prima che sia pronto il nuovo piano regolatore?
b. g.
Specchio dei tempi
Un lettore ci scrive:
"In via Bardonecchia n. 73 esiste (ancora per poco) una bellissima villa costruita agli inizi del secolo, che per il suo, valore documentario ambientale è citata a pagina 493 del libro "Beni culturali ed ambientali del Comune di Torino".
"Questa costruzione, passata di recente in proprietà di una società immobiliare, sta per essere rasa al suolo per fare spazio ad un nuovo edificio. La Soprintendenza ai beni architettonici del Comune, da noi interpellata telefonicamente, ha ammesso di non essere riuscita ad impedire un tale scempio. A questo punto noi ci chiediamo se l'elenco dei beni culturali della città di Torino è stato redatto per agevolarne la loro distruzione".
Giorgio La Rocca
In Via Bardonecchia sta per essere distrutta la villa fantasma di cui nessuno sa nulla
"Vogliono buttare giù una villa "vincolata". Si può fare?". È questa la domanda di un lettore che ha scritto una lettera a proposito di una "bellissima villa" posta in via Bardonecchia 73, che starebbe per essere rasa al suolo. L'edificio, costruito agli inizi del secolo, per il suo valore documentario ambientale è citato a pagina 493 del libro "Beni culturali ed ambientali del Comune di Torino". Vi si legge: "Villa di valore documentario ed ambientale, testimonianza del gusto tardo eclettico. Un progetto (a firma geometra Lossa, 1911, proprietà Gianoglio), per quanto approvato, non fu eseguito; dell'attuale non si hanno notizie se non che a successivo".